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Edizioni Della Meridiana
I Di De San Mai Sebastiano Gatto Edizioni Della Meridiana 2025
I Di De San Mai Sebastiano Gatto Edizioni Della Meridiana 2025
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CONDIZIONE: Nuovo
Sku: PZZLB108170
ISBN: 9788860074881
Titolo: I Di De San Mai
Autore: Sebastiano Gatto
Editore: Edizioni Della Meridiana
Anno: 2025
Pagine: 100
Formato: Brossura
Che non sia né regressione patetica né sperimentazione vacua la scelta della lingua veneziana per questa raccolta Gatto lo dimostra fin dall'inizio. Nulla di velatamente memoriale, o di posa intellettuale. Bensì una poesia lucida, diretta, senza fronzoli. E la lingua del poeta di Venezia - Seba come lo ricorda e indica l'altra poetessa di Venezia Isabella Panfido in postfazione - adempie al compito primario di una lingua poetica. Ovvero d'esser tensione, energia avrebbe detto Pavel Florenskij, pari al vivente in cui si rimescola e rinasce, e anche spirituale segugio. Qui siamo dinanzi a un poeta che vivido di descrizioni e di invenzioni linguistiche si sta impegnando con il problema nel quale fisica e metafisica si incontrano, il tempo. Il problema che torce le vite e a volte le macina rendendole nuova farina per nuovo pane, è il fuoco che traversa il libro. E il poeta, lettore dialogante con Pasolini e Loi e altri, non mette in scena il tempo come ombra nostalgica o cinico reperto, ma quasi carnevale dell'Assoluto, tra un Negroni e l'Apocalisse. Non è forse un caso che proprio in un testo così meno para-sapienziale e moralisticheggiante, meno paraterapeutico di tanto verseggiare odierno, corra il brivido che segnala la presenza della vera poesia. Brivido e aperture di visioni, in una Venezia nuova che grazie a Gatto ci offre la sua vita reale, la sua sperdutezza e quel suo infinito vorrebbe, ma non è capace di dire Grazie. Davide Rondoni.
Sku: PZZLB108170
ISBN: 9788860074881
Titolo: I Di De San Mai
Autore: Sebastiano Gatto
Editore: Edizioni Della Meridiana
Anno: 2025
Pagine: 100
Formato: Brossura
Che non sia né regressione patetica né sperimentazione vacua la scelta della lingua veneziana per questa raccolta Gatto lo dimostra fin dall'inizio. Nulla di velatamente memoriale, o di posa intellettuale. Bensì una poesia lucida, diretta, senza fronzoli. E la lingua del poeta di Venezia - Seba come lo ricorda e indica l'altra poetessa di Venezia Isabella Panfido in postfazione - adempie al compito primario di una lingua poetica. Ovvero d'esser tensione, energia avrebbe detto Pavel Florenskij, pari al vivente in cui si rimescola e rinasce, e anche spirituale segugio. Qui siamo dinanzi a un poeta che vivido di descrizioni e di invenzioni linguistiche si sta impegnando con il problema nel quale fisica e metafisica si incontrano, il tempo. Il problema che torce le vite e a volte le macina rendendole nuova farina per nuovo pane, è il fuoco che traversa il libro. E il poeta, lettore dialogante con Pasolini e Loi e altri, non mette in scena il tempo come ombra nostalgica o cinico reperto, ma quasi carnevale dell'Assoluto, tra un Negroni e l'Apocalisse. Non è forse un caso che proprio in un testo così meno para-sapienziale e moralisticheggiante, meno paraterapeutico di tanto verseggiare odierno, corra il brivido che segnala la presenza della vera poesia. Brivido e aperture di visioni, in una Venezia nuova che grazie a Gatto ci offre la sua vita reale, la sua sperdutezza e quel suo infinito vorrebbe, ma non è capace di dire Grazie. Davide Rondoni.