Roccia Viva (La)
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L'antagonismo di Rudi si muoveva su una scala di straordinaria ampiezza. Chiara aveva potuto constatarne di persona la varietà, e grazie a lui aveva toccato punte di irritazione e divertimento uniche. Quindi. Putin non era solo l'uomo nero della geopolitica mondiale, ma piuttosto la risposta adeguata, inevitabile, alla cattiva coscienza dell'Occidente. La biografia di Agassi era un libro pieno di banalità che poteva piacere solo ad anime semplicissime. Gli Uffizi una palude di conformismo buona per cervelli all'ammasso. L'abuso della parola bellezza, in televisione come in rete, un riflesso incontrovertibile dell'analfabetismo che affliggeva la nazione Italia. Poi? Le Dolomiti al tramonto erano tristi e volgari come clown del circo e mancavano di qualunque tensione romantica, requisito alpino per eccellenza. La costiera amalfitana era una pattumiera, dietro ogni albero di fico una latta infetta. Solo le persone superficiali si facevano rovinare l'umore da una giornata di pioggia. E la roccia era viva. Il letto della terra in continua trasformazione, come i mari e le foreste. E chi pensava che un sasso incrostato di licheni fosse roba morta peccava di vigliaccheria e scarsa onestà intellettuale e semplicemente si manifestava per quello che era, per quello che eravamo tutti, pulviscoli di presunzione privi di direzione e scopo attraverso una manciata di millenni insignificanti.
L'antagonismo di Rudi si muoveva su una scala di straordinaria ampiezza. Chiara aveva potuto constatarne di persona la varietà, e grazie a lui aveva toccato punte di irritazione e divertimento uniche. Quindi. Putin non era solo l'uomo nero della geopolitica mondiale, ma piuttosto la risposta adeguata, inevitabile, alla cattiva coscienza dell'Occidente. La biografia di Agassi era un libro pieno di banalità che poteva piacere solo ad anime semplicissime. Gli Uffizi una palude di conformismo buona per cervelli all'ammasso. L'abuso della parola bellezza, in televisione come in rete, un riflesso incontrovertibile dell'analfabetismo che affliggeva la nazione Italia. Poi? Le Dolomiti al tramonto erano tristi e volgari come clown del circo e mancavano di qualunque tensione romantica, requisito alpino per eccellenza. La costiera amalfitana era una pattumiera, dietro ogni albero di fico una latta infetta. Solo le persone superficiali si facevano rovinare l'umore da una giornata di pioggia. E la roccia era viva. Il letto della terra in continua trasformazione, come i mari e le foreste. E chi pensava che un sasso incrostato di licheni fosse roba morta peccava di vigliaccheria e scarsa onestà intellettuale e semplicemente si manifestava per quello che era, per quello che eravamo tutti, pulviscoli di presunzione privi di direzione e scopo attraverso una manciata di millenni insignificanti.