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Biblioteca Dell'immagine
Dalmazia
Dalmazia
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CONDIZIONE: Nuovo
Sku: PZZLB57220
ISBN: 9788863911589
Titolo: Dalmazia
Autore: Carlo Yriarte
Editore: Biblioteca Dell'immagine
Anno: 2014
Pagine: 267
Formato: Brossura
Ei tiene la Guzla tra le ginocchia, come fosse un violoncello, e preludia con delle voci di testa di tono altissimo, a poco a poco, la folla gli si aggruppa intorno, i presenti dapprima ascoltano con indifferenza, accudiscono intorno al cantatore alle faccende domestiche, lo disturbano, vanno, vengono, passano, entrano, escono, ma la sua voce si scalda, e gli astanti si raccolgono, si forma il circolo, i passanti si fermano, se uno entra, lo fa con precauzione, e tutti si allogano in atteggiamenti svariatissimi, e si mettono ad ascoltare gravemente. Alcuni stanno ritti in piedi contro le pareti, altri, stesi su sacchi, accoccolati, seduti alla turca, rimangono immobili e muti, nessuno apre la bocca, se un passeggiero, assetato, vuol che gli servano il caffè o la bevanda del luogo, si accontenta di fare un segno. La voce del cantore intanto si è alzata, egli si eccita e i suoi occhi fluttuano, il verso slavo è rotto da singhiozzi singolari, che accentuano ciascuna frase del canto: non è certo musica, e direi volentieri che non c'è né melodia, né armonia, né forma, né suono, con tutto ciò la melopea uniforme ha un non so che d'attraente, di malinconico, di cupo, con dei lampi talvolta e degli accenni di trionfo. E come la storia del popolo, pieno di tristezza e di speranza, è la loro Iliade, la loro Odissea, il loro romancero, a volte è altresì un'antologia e un idillio, un epitalamio o una canzone, il riflesso della vita, la sua storia in versi, il racconto delle sue leggende, la glorificazione de' suoi eroi.
Sku: PZZLB57220
ISBN: 9788863911589
Titolo: Dalmazia
Autore: Carlo Yriarte
Editore: Biblioteca Dell'immagine
Anno: 2014
Pagine: 267
Formato: Brossura
Ei tiene la Guzla tra le ginocchia, come fosse un violoncello, e preludia con delle voci di testa di tono altissimo, a poco a poco, la folla gli si aggruppa intorno, i presenti dapprima ascoltano con indifferenza, accudiscono intorno al cantatore alle faccende domestiche, lo disturbano, vanno, vengono, passano, entrano, escono, ma la sua voce si scalda, e gli astanti si raccolgono, si forma il circolo, i passanti si fermano, se uno entra, lo fa con precauzione, e tutti si allogano in atteggiamenti svariatissimi, e si mettono ad ascoltare gravemente. Alcuni stanno ritti in piedi contro le pareti, altri, stesi su sacchi, accoccolati, seduti alla turca, rimangono immobili e muti, nessuno apre la bocca, se un passeggiero, assetato, vuol che gli servano il caffè o la bevanda del luogo, si accontenta di fare un segno. La voce del cantore intanto si è alzata, egli si eccita e i suoi occhi fluttuano, il verso slavo è rotto da singhiozzi singolari, che accentuano ciascuna frase del canto: non è certo musica, e direi volentieri che non c'è né melodia, né armonia, né forma, né suono, con tutto ciò la melopea uniforme ha un non so che d'attraente, di malinconico, di cupo, con dei lampi talvolta e degli accenni di trionfo. E come la storia del popolo, pieno di tristezza e di speranza, è la loro Iliade, la loro Odissea, il loro romancero, a volte è altresì un'antologia e un idillio, un epitalamio o una canzone, il riflesso della vita, la sua storia in versi, il racconto delle sue leggende, la glorificazione de' suoi eroi.
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